Azetium: Il Ministero per i Beni Culturali rinnova l’area di interesse archeologico
L’area su cui un tempo sorgeva Azetium non si tocca. A ribadirlo è un documento ufficiale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (D.C.P.C. n°84 del 20/03/2019). Lo scritto della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale pugliese in sostanza annulla gli atti precedenti per ribadire e rinnovare le zone rurali come “bene di interesse culturale” e perciò vengono disposte tutte le misure di tutela degne del caso.

Azetium: cosa nasconde?
Azetium è “uno dei più consistenti abitati dell’antica Peucezia del versante Adriatico”, si legge nella relazione archeologica del dott. Luigi La Rocca. L’area al confine tra le attuali Rutigliano e Noicattaro ha già dato prova nel tempo di nascondere grandiosi sorprese in termini di scoperte archeologiche. Il periodo di riferimento delle scoperte affonda le radici nel IV secolo a.C., senza tralasciare le precedenti tracce di civilizzazione neolitica, protostorica ed arcaica che classificherebbero il terreno come abitato sin dal sesto millennio a.C.. Si tratta di una zona che ha già interessato molto gli archeologi e gli studiosi e che, oltre a numerosi ritrovamenti occasionali, ha dato alla luce preziosi reperti nelle sue campagne di scavi condotte dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia nel 1987. Tra i ritrovamenti si possono tranquillamente citare abitazioni con vasti ambienti e fondamenta in tufo affrescate in smalti, numerosi vasi e ceramiche dalla tipica decorazione greco-magnogreca in rosso e nero, naturalmente attrezzi rudimentali da lavoro, senza citare numerose tombe scavate in banchi calcarei e preziosi corredi funebri fino al ritrovamento di un tesoretto monetale dell’età repubblicana, considerato che la sopravvivenza dell’abitato è attestata sino alla tarda età imperiale romana.
30 anni fa i primi scavi, sotto osservazione 4 Fogli Catastali
Un prezioso cuore archeologico batte, quindi, tra Rutigliano, Noicattaro e Mola di Bari. Oggi considerato alla stregua di un campo abbandonato ma che potrebbe ancora riservare notevoli sorprese in campo storico ed archeologico. Questo l’ha capito subito la Soprintendenza che, una volta terminate le campagne di scavi a partire dal 1987, ha provveduto a proteggere l’area di interesse con provvedimenti ufficiali dal 1989 all’8 marzo 1990. Successivi accorgimenti, tra cui una esplicita richiesta del Comune di Rutigliano nel 2014, limeranno la zona di interesse che oggi prevede più di 400 particelle comprese in 4 diversi fogli catastali con innumerevoli referenti e proprietari disseminati tra i comuni interessati Noicattaro, Rutigliano e Mola di Bari. L’area di interesse è oggi suddivisa da un nucleo di “tutela diretta”, un’area in cui potenzialmente si potrebbe operare, ed un’area a “tutela indiretta” calcolata come ‘cuscinetto’ alla prima.
Perché annullare e ribadire questo concetto dopo quasi 30 anni? Ce lo spiega il D.C.P.R. 84 del 20/03/2019:
In primis, la vastità numerica delle ditte proprietarie degli immobili ha impedito nel D.M. del 1990 la notifica diretta e conseguentemente inesistenza presso la Conservatoria dei Registri immobiliari di Bari. Il problema è stato aggirato richiedendo ai tre Comuni la pubblicazione sui rispettivi Albi Pretori con allegati recanti nomi e contatti dei responsabili delle Ditte coinvolte.
In secondo luogo c’è la necessità di rinnovare il
famoso D.M. dell’8 marzo 1990 con una versione aggiornata.
In ultimo, era necessario provvedere al rinnovo della Decl. Del 5 aprile 1989
con la quale si procede al rinnovo delle aree interessate dal Comune di
Rutigliano (strade vicinali Cacucci, dei Titoli, Antonelli e Castiello).
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