Corea del Nord: Identikit di una dittatura costruita sull’odio
Corea del Nord, insieme a Cina e Venezuela, uno degli ultimi baluardi della “dittatura comunista” nel mondo. Sebbene forse la Corea sia la più povera delle tre, riesce comunque a riecheggiare in tutto il mondo.
LE ORIGINI
Tutto inizia nel 1945, la Corea è ancora unita, ma facente parte dell’impero nipponico. Il vuoto di potere causato dalla sconfitta dei giapponesi nella seconda guerra mondiale si vede riempito dalla influenza della stato sovietico a nord, e degli stati uniti a sud. Così la parte meridionale viene indirizzata verso un percorso di democratizzazione che si completerà con le elezioni nel ‘54 e il riconoscimento come regno sovrano da parte delle nazioni unite. Mentre in Corea del Nord, la federazione sovietica instaura la dittatura del dittatore Kim Il-Sung, il quale prontamente attribuisce uno stampo prettamente comunista al proprio regime. Nel 1950 le truppe nord coreane, addestrate ed equipaggiate dai sovietici e supportate da quelle cinesi, invadono il confine con la Corea del Sud, provocando così l’inizio della guerra Coreana. Gli Stati Uniti, a capo della coalizione delle nazioni unite, che già occupavano la Corea del Sud a seguito dell’armistizio giapponese, sono quindi impegnati in quello che è il primo vero conflitto durante la guerra fredda. Nel 1953 la sanguinosa guerra si conclude con un armistizio ancora oggi in vigore.
LA DPRK (Democratic People’s Republic of Korea) NEL 2019
Cosa quindi, della guerra Coreana ancora oggi influenza la vita quotidiana dei cittadini nord coreani?
Dalla fine della guerra coreana nel ‘53 in poi, gli Stati Uniti sono stati etichettati come nemici mortali della nord corea, in quanto oppositori della riunificazione coreana sotto il governo di Kim Il-Sung. Ancora oggi la dittatura attraverso la paura e l’odio la dittatura nord coreana si assicura l’appoggio del popolo.
I cittadini sono soggetti ad un lavaggio del cervello che inizia sin da bambini, con cartoni animati rappresentanti guerre combattute contro soldati maiale, allegoria dei soldati americani, e con la mitizzazione dei tre ditattori che la Corea del Nord finora ha avuto, infine con la costante minaccia di un’invasione americana alle porte. Insomma qualcosa che un po’ ricorda la propaganda anti-immagratoria tipica delle società occidentali degli ultimi anni, dal “sono tutti spacciatori“, attraverso “prima gli italiani” ed infine la tipica “emergenza sbarchi“.
I cartoni animati non sono l’unico strumento di persuasione usato dalla dittatura, ma come molti disertori della DPRK testimoniano la propaganda è onnipresente, anche nelle scuole. Fintanto che anche la matematica viene insegnata con innocenti variazioni di rubabandiera. Per essere più specifici l’educatore pone la domanda alla pletora di bambini, i quali devono correre verso un manichino e accoltellarlo un certo numero di volte, dove il totale delle coltellate la risposta alla domanda posta dall’educatore. Vien da sé che il manichino rappresenta un soldato statunitense.
Così quindi ogni singola materia insegnata a bambini e ragazzi, è intrinsa di odio. Questo oltre a formare l’elite, che un giorno governerà la DPRK, si assicura anche di mantenere al potere quella presente più a lungo possibile.
Quindi come riesce la Corea del Nord tutt’oggi a violare in maniera sistematica, brutale e imperdonabile quelli che sono i diritti fondamentali dell’uomo?
La risposta é probabilmente una sola, ed è isolamento totale.
Se l’identità di ogni persona tutt’oggi si può dividere in due parti, in quella fisica e in quella cyber-fisica, allora la DPRK si è assicurata l’isolamento di entrambe.
Ad esempio nessun comune cittadino è autorizzato a viaggiare al di fuori dei confini nazionali, addirittura gli spostamenti interni devono essere pre-autorizzati dalle autorità, Così anche evitando la formazione di eventuali raggruppamenti di dissidenti.
Inoltre i comuni cittadini nord coreani non godono di accesso ad internet, bensì ad un intranet, una rete che gode solamente di 28 siti governativi, i quali si propongono di distribuire informazioni e servizi necessari ai cittadini.
Interessantemente questa peculiarità nord coreana, è anche il principale fattore, che fa del loro sistema militare nucleare, il più sicuro al mondo, sebbene basato su un software medievale, il loro sistema nucleare risulta non hackerabile, in quanto inaccessibile al di fuori della DPRK, e forse anche all’interno della stessa.
Allo stesso tempo organizzazioni di disertori basati in Sud Corea, si prodigano quotidianamente per la profusione di informazioni dall’esterno, trasportando oltre il confine con palloni aereostatici, grandi quantità di chiavette USB contenenti informazioni, video e soprattutto film occidentali o sud coreani.
Il governo però non si fa scrupoli ad intraprendere politiche e scambi con altre nazioni, nel caso un qualsiasi tipo di profitto fosse possibile, ed è così che ambasciatori e manovalanza nord coreana vengono fatti emigrare al di fuori penisola coreana.
Infatti Ambasciatori Nord coreani sono presenti nella maggior parte degli stati, dal 2015 due ambasciatori prossimi al termine del mandato, dunque vicini al rimpatrio in Nord Corea, hanno disertato le proprie residenze e ambasciate per nascondersi e chiedere asilo in Sud Corea. Il primo ambasciatore disertore della dittatura di Kim Jong-Un è stato il diplomatico nel Regno Unito Thae Yong-Ho, adesso residente in Sud Corea, dove si prodiga nella lotta alla dittatura Nord Coreana, attraverso la diffusione di informazioni da e verso il proprio paese di origine. Il secondo caso più recente riguarda l’ambasciatore nord coreano a Roma, che ha fatto perdere le proprie tracce in Novembre 2018, e del quale non si hanno ancora notizie ufficiali.
È importante evidenziare che per tutti i lavoratori nord coreani all’estero, esiste un vincolo, che impedisce loro dal disertare, infatti ogni cittadino che mette piede al di fuori del territorio nordcoreano, lascia in patria la propria famiglia, la quale viene tenuta sotto sorveglianza, e deportata nei campi di “rieducazione” in caso il padre di famiglia disertasse. Interessante infatti come lo stesso Thae Yong-Ho affermi che molto probabilmente i suoi fratelli e sorelle siano stati deportati in “campi di rieducazione”, come punizione per essere familiari di un disertore.
Interessante è il caso della Polonia. È stato qui infatti riportato l’unico caso in Europa di molteplici comunità di lavoratori nord coreani, impegnati soprattutto nel settore nautico ed edilizio.
Questi sono obbligati a lavorare dodici ore al giorno, non ricevendo alcun tipo di stipendio, non autorizzati a possedere alcun tipo di moneta, infine sono costantemente sorvegliati da funzionari statali (nord coreani), i quali provvedono i beni necessari, ma sono anche pronti a segnalare qualsiasi tipo di irregolarità, per fare scattare ripercussioni sulla famiglia in patrie.
Ovviamente tutto ciò non passa inosservato alle aziende europee che adoperano questi operai, ma tengono volentieri un occhio chiuso al riguardo in nome di un tornaconto.
Sebbene l’esempio della Polonia sia unico nel vecchio continente, la maggior parte degli operai nord coreana viene in realtà adoperata in nazioni come Russia e Cina, ovvero storiche alleate, e nazioni dove i diritti fondamentali dell’uomo vengono costantemente calpestati, per il profitto dei pochi.
La dittatura quindi esporta l’unico prodotto che gli riesce fruttuoso, la manovalanza. Il cittadino nord coreano, quindi rinuncia a quei diritti fondamentali, dei quali ignora perfino l’esistenza, per aiutare la patria nella lotta contro il nemico comune.
I profitti di questo export sono il principale mezzo di finanziamento del programma di ricerca nucleare, sebbene meno di 30 anni fa, la “grande carestia” ha fatto più di 3.000.000 vittime, su una popolazione totale di 20 milioni e tutt’oggi la DPRK fa ancora affidamento su organizzazioni non-profit e aiuti internazionali, per sfamare buona parte della popolazione.
In conclusione vorrei che il lettore si soffermasse e approfondisse quello che è stato il ruolo di una politica e dialettica fondata sull’odio, per la consolidazione e il mantenimento del potere nelle mani della classe governante.

Seppur le dinamiche di governo nord coreane, adesso possano essere meno oscure, vorrei che il lettore non fosse prono ad un errore, quello di creare preconcetti del popolo nord coreano, sulla base delle conoscenze del governo nord coreano.
Infatti come Euna Lee testimonia, durante il suo periodo di incarcerazione in Nord Corea, perfino le sue guardie son state capaci di mostrarsi con il loro lato più umano, chiedendo se cose come “una botta e via” davvero esistesse o fosse solo una cosa nei film di Hollywood, una domanda legittima per una persona nord Coreana che è soggetta ad evitare ogni tipo di contatto in pubblico con l’altro sesso fino al matrimonio.
Approfondimenti:
- North Korean defectors use their most powerful weapon: The truth ABC News, 8/3/2018;
- Thae Yong-ho: Interview with a North Korean defector Al Jazeera, 101 East, 4 May 2017
Fedele Tagarelli
Frakasso Blog – News Blog di Rutigliano