Cosa succede se risulti positivo a scuola?: Il Protocollo di Sicurezza anti Covid
Tanto agognata quanto auspicata, la riapertura delle scuole del 14 settembre nell’anno della pandemia ha, sin dai primissimi momenti, suscitato notevoli polemiche riguardo le scelte della ministra Lucia Azzolina. Nell’occhio del ciclone, in questi giorni, è una catena social che, ipotizzando il caso di positività di un alunno durante la giornata scolastica, configura una procedura surreale: la deportazione degli studenti.

Le catene social rappresentano uno dei più eminenti mezzi di diffusione di fake news, piaga apparentemente incontrollabile che si è diradata di pari passo (se non più violentemente) al Sars-Cov-2. Anticipiamo l’analisi del messaggio dicendo subito che si tratta chiaramente di una fake news e che il protocollo del Ministero dell’Istruzione prevede tutt’altro.
La catena social
“Il 14 settembre io non autorizzo nessun personale della scuola ad isolare i miei figli se dovessero presentare improvvisamente qualche linea di febbre. Nessun personale sanitario può prelevare i miei figli da scuola in mia assenza traumatizzandoli. Nn firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento.
Fino alla maggiore età io genitore sono l’unico tutore dei miei figli. Modificate queste direttive o i figli ce li teniamo a casa!!!!!copiate e incollate tutti!!i nostri figli non sono animali“.
il testo della catena social
I debunker (cacciatori di Fake News) come la maggior parte delle persone che non si fanno ingannare, sanno bene che un “copiate e incollate” non c’è mai da fidarsi. Questa formula spessissimo interessa contenuti di non chiara provenienza e spesso è una spia che ci allerta della presenza di una Fake.
In ogni caso, copiare e incollare o comunque postare sui social un messaggio (stato) non ha alcun valore performativo ai fini di autorizzazioni/liberatoria. In sintesi: gli appelli social non servono a niente.
Il Protocollo di Sicurezza delle Scuole
Passiamo ad esaminare il testo sul quale si baseranno le riaperture delle scuole italiane: il “PROTOCOLLO D’INTESA PER GARANTIRE L’AVVIO DELL’ANNO SCOLASTICO NEL RISPETTO DELLE REGOLE DI SICUREZZA PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DI COVID 19” o, come lo chiameremo per comodità, il Protocollo di Sicurezza.
Per comodità e semplificazione per il lettore, saltiamo a piè pari la parte iniziale (cliccando sul link verde acqua potete comunque leggere il documento iniziale).
Il protocollo porta la data del 6 agosto 2020 e, dopo le premesse burocratiche, il Ministero dell’Istruzione introduce una serie di servizi di supporto alle scuole: Help Desk a cui i dirigenti possono fare domande e segnalazioni per la riapertura, modalità di ingresso/uscita, igienizzazione, supporto psicologico ed altre misure esposte QUI.
P.S.: il Protocollo ribadisce che “Con la febbre si resta a casa“.
Tornando all’argomento caldo, a pagina 9, al punto 7, troviamo ciò che maggiormente interessa ai nostri copia-incollatori: “DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DI UNA PERSONA SINTOMATICA ALL’INTERNO DELL’ISTITUTO SCOLASTICO“.
Il testo recita:
in caso di comparsa a scuola in un operatore o in uno studente di sintomi suggestivi di una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, il CTS sottolinea che la persona interessata dovrà essere
“PROTOCOLLO D’INTESA PER GARANTIRE L’AVVIO DELL’ANNO SCOLASTICO NEL RISPETTO DELLE REGOLE DI SICUREZZA PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DI COVID 19“, punto 7 a pag.10
immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto.
La rettifica del Protocollo
Si può apprendere dai siti di fact-checking (noi citiamo Bufale.net) come il testo del Protocollo di sicurezza abbia subito una rettifica nel tempo. La versione precedente, effettivamente, auspicava la procedura di trasferimento immediato dello studente positivo presso l’autorità sanitaria senza possibilità di poter essere prelevato dai genitori. Tale (frettolosa, sicuramente) procedura è stata inizialmente preferita per garantire la minor possibilità di contagio ad altri membri della famiglia ma il testo è stato rettificato rimettendo il compito dell’affido all’autorità sanitaria agli esercenti della podestà genitoriale.


Gianluca Giugno Giornalista Pubblicista, classe ’93, rutiglianese e in continuo aggiornamento sul mondo della scrittura. Creatore e curatore del sito Frakasso.it.