Dicxon non tradisce: Casi risolti dall'Ispettore Gregori di Gino Carlomagno
DICXON NON TRADISCE
Casi risolti dall’Ispettore Gregori
di Gino Carlomagno
In questo nuovo romanzo “Dicxon non tradisce – Casi risolti dall’Ispettore Gregori”, Gino Carlomagno ci introduce in un mondo molto particolare dove incontriamo personaggi particolari.
Siamo a Roma, Villa Borghese, nel Centro di Accoglienza per migranti minori non accompagnati.
Il Centro accoglie ragazzi provenienti da diversi Paesi dai quali sono dovuti fuggire lasciando gli affetti più cari ad un destino crudele, affrontando, lungo il viaggio, giorni e giorni di crudeltà loro stessi, pericoli, maltrattamenti, diventando testimoni e soggetti di violenze indicibili e spesso guardando in faccia la morte, tanto spesso desiderata per non soffrire più.
Giunti al Centro trovano finalmente un ambiente sereno, dove Arianna, assistente ed infermiera, li segue con amore e dedizione, ma superare quanto vissuto lungo il viaggio da clandestini, per loro non è facile.
Proprio per questa loro drammatica esperienza, ancora così giovani, pressoché bambini, una domenica mattina accade un episodio che, nella sua drammaticità, capovolge la vita di quindici di quei ragazzi:

Sael, tredici anni, senegalese, ha un malore in camerata, apparentemente una crisi epilettica. Viene chiamata l’ambulanza e trasportato al Policlinico Gemelli per gli accertamenti ed eseguire una TAC come detto dal dottor Concia, medico dell’ambulanza. Due giorni dopo il dottor Concia, insieme ad un altro signore, Nicola Bortoli, riporta Sael al Centro e chiede ad Arianna un colloquio con lei ed il Direttore, ai
quali spiega che il ragazzo ha avuto una crisi da eccesso di emotività, causata da incubo durante il sonno.
Il medico ed il signor Bortoli vogliono aiutare quei ragazzi a superare gli orrori vissuti. La proposta dei due per curare questi traumi psico-fisici così profondi, dopo essersi consultati con diversi specialisti del settore, è quella di impegnare i ragazzi in attività sportiva di gruppo dove l’azione di uno è importante per tutta la squadra per raggiungere un risultato positivo ed in questo caso il gioco del calcio.
Cinque giorni dopo, per pura coincidenza, il dottor Concia è nuovamente di turno al pronto soccorso del Gemelli, quando, verso le venti, giunge una telefonata di Arianna che richiede l’intervento dell’ambulanza perché si è verificato un incidente al Centro ed uno dei ragazzi, Dicxon, è a terra privo di sensi con una ferita sul lato destro della testa in corrispondenza della tempia:
Abraham, quindici anni del Gambia, lo aveva colpito con un gesto involontario, d’istinto, come per difendersi da un’aggressione, quando Dicxon lo aveva toccato su una spalla da dietro. Un incidente che vede necessario l’intervento dell’Ispettore Gregori.
In pochi giorni due episodi molto diversi fra loro, ma frutto della stessa causa che rende necessario l’immediato intervento per rimuovere dalla mente e dal cuore di quei ragazzi le esperienze che li hanno così ferocemente traumatizzati.
Con scrupolo vengono scelti quindici ragazzi per formare la squadra e così inizia una grande avventura per loro e per chi li segue. Quei ragazzi dimostrano lealtà gli uni verso gli altri e verso i loro benefattori; diventano una squadra vincente; diventano un gruppo unito e volenteroso. Impegno e serietà negli allenamenti e durante le partite, ma non mancano episodi negativi che mettono a dura prova l’equilibrio raggiunto con tanta fatica da quei quindici ragazzi in quei cinque anni nel corso dei quali si verificano
fatti criminosi commessi da soggetti apparentemente estranei tra loro.
L’Ispettore Gregori si vede impegnato a dover trovare indizi e collegamenti pur essendo coinvolto emotivamente, essendosi legato molto alla squadra formata da quei ragazzi in conseguenza anche al legame del figlio adolescente, tifosissimo dei Black Devils, ormai primi in classifica della serie D.
Così emerge il tema della criminalità che gira nel gioco del calcio, ad iniziare dalle squadre amatoriali.
Cosa faranno i nostri quindici, i Black Devils? Cederanno alle false lusinghe o alle minacce? Minacce, si, minacce e quindi Carlomagno affronta il tema del razzismo che nel mondo del calcio è violento, oltre al tema drammatico dell’emigrazione clandestina dei minori.

In tutto il romanzo emerge la forza e l’entusiasmo degli adolescenti, nonostante tutto; l’onestà ed il coraggio degli adolescenti migranti che, se ben seguiti, si sanno integrare e sanno dare il meglio di loro; il tema dell’amicizia vera che va oltre ogni interesse; la capacità di quei ragazzi, di fare scelte difficili.
Leggendo “Dicxon non tradisce” ci si ritrova coinvolti nella vita di quei ragazzi, si segue la loro crescita e si è partecipi della loro maturità e del senso di responsabilità che si sviluppa forte in loro durante quei cinque anni così ben descritti da Carlomagno e, come l’Ispettore Gregori, da padre, da genitori ci si ritrova a palpitare per loro, a tremare per la loro incolumità.
Questa volta l’Ispettore Gregori riesce a risolvere il caso dimostrando, una volta di più, di saper ben gestire anche i più piccoli particolari e, consegnando alla giustizia i malfattori, condivide il successo con i suoi collaboratori, superiori e conoscenti, anche grazie all’aver seguito in quegli ultimi cinque anni, quei quindici meravigliosi ragazzi che con la loro forza, la loro volontà di volercela fare, hanno trasmesso nel suo cuore il calore e la dolcezza che solo un adolescente in crescita può trasmettere.
Ginetta Saccavino
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