Grani Antichi e Biodiversità: Il passato ed il futuro in un’unica spiga a Palazzo Settanni
Convegno tecnico-scientifico presso Palazzo Settanni. Nella serata del 17 marzo, si parla di “Grani Antichi e Biodiversità-per un futuro ecosostenibile“, si parla di passato, di futuro e degli scenari in cui questi due aspetti potrebbero rappresentare un fattore evolutivo. Siedono al tavolo dei relatori, biologi, nutrizionisti, giovani imprenditori, oltre alle istituzioni:
- Giovanni Borraccesi, Responsabile MuDiAS di Palazzo Settanni;
- Vincenzo Coppa, Fondatore de Laverdevia;
- Elvira Tarsitano, Presidente ABAP;
- Domenica Romanelli, Nutrizionista e Gastrointerologa;
- Chiara Cipparano e Marianna Perniola, Fondatrici del “Mulino Perniola”;
- Claudio Cocozza, Assessore all’Ambiente del Comune di Noicattaro;
- Giuseppe Valenzano, Assessore all’Agricoltura del Comune di Rutigliano;
Giovanni Borraccesi
Il “padrone di casa” apre con una presentazione sulla presenza del grano nell’iconografia e nell’arte. Una carrellata di immagini che, dai geroglifici egizi fino a Van Gogh, testimoniano come il grano (spighe o pane) sia non solo presente ma centrale nella storia dell’uomo, simbolo addirittura centrale nella religione cattolica. L’esperto d’arte ricollega il tema dell’incontro allo stemma della famiglia Settanni. Il palazzo ospitante è oggi a diposizione della comunità rutiglianese grazie alle sorelle Settanni. Lo stemma di questa abbiente famiglia richiama la presenza di sette spighe di grano, una coincidenza che si presta come perfetta introduzione alle relazioni che seguiranno.
Vincenzo Coppa
Fondatore di La Verde Via (www.laverdevia.it), progetto nato da un ‘forestiero’ innamorato del paesaggio rurale apulo-lucano. Vincenzo Coppa lavora a Milano, incontra le campagne meridionali grazie a vicende personali. In seguito, Vincenzo Coppa fonderà La Verde Via grazie ad un “cambiamento di prospettiva personale” (abituato alla vista della metropoli in contrasto con le immagini bucoliche). Coppa porta con sé la convinzione che “l’agricoltura sostenibile sia in grado di produrre reddito“. Spiega meglio: con maggiore attenzione alla qualità del prodotto rispetto alla quantità ed attuando così una agricoltura etica e sostenibile, può essere possibile ricevere un feedback positivo sia in termini economici, sia morali, sia ambientali.
Queste teorie dal gusto utopico saranno in seguito dimostrate dalle due giovani ospiti del Mulino Perniola.
Elvira Tarsitano
La presidentessa dell’ ABAP (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi) offre il suo apporto scientifico attraverso una panoramica sul tema delle modificazioni dei processi agricoli del grano. L’attenzione si concentra sui tanto temuti OGM, erbicidi e pesticidi. “Il grano che normalmente consumiamo è un grano modificato geneticamente“. Con questa forte dichiarazione, la dottoressa Tarsitano introduce il suo discorso contro i trattamenti che vengono quotidianamente svolti in cerealicoltura. Il problema è complesso e di difficile risoluzione: da una parte il bisogno produttivo sempre più pressante, l’aspetto economico che costringe i coltivatori ad adottare prodotti nocivi per poter essere concorrenziali; dall’altra la pericolosità degli stessi.
Esordisce nei discorsi scientifici di Palazzo Settanni la parola Glifosato. Si tratta di un composto chimico erbicida utilizzato in quantità spropositata negli Stati Uniti e in Canada (discorso a parte è da fare in Argentina, in cui l’utilizzo spropositato del Glifosato ha portato addirittura deformazioni genetiche negli esseri umani). L’uso del Glifosato, ritenuto ‘potenzialmente cancerogeno’ dal CNR, è stato autorizzato dalla Comunità Europea (nel 2017 per altri 5 anni) restando tuttavia un tema caldo tra la comunità scientifica. L’opinione della scienziata ABAP suggerisce che l’utilizzo di modificatori genetici possa senza alcun dubbio minare all’equilibrio dell’ecosistema. La chiave per il mantenimento della vita è la Biodiversità.
Domenica Romanelli
L’intervento della gastroenterologa si collega al discorso della precedente oratrice. C’è stata una modificazione biologica nell’organismo umano. A parlare sono i dati: i casi di celiachia ed intolleranze alimentari sono passate da 1/1000 negli anni ’60 all’odierno 1/100. Causa di questo spropositato aumento sarebbe imputabile all’utilizzo continuato di sostanze nocive e del consumo di farine spacciate per integrali ma semi-integrali. L’uso di tali farine porterebbe a irritabilità specie dopo i 40 anni, patologie intestinali e neoplasie. La dimostrazione concreta di come “lo stato di salute globale dipende dall’interazione con il mondo esterno”.
Con l’aumento della celiachia, aumenta fisiologicamente il consumo di prodotti e farine gluten free. Il grano antico e i suoi derivati, afferma la gastroenterologa, sono accettati tra i prodotti gluten free.
Chiara Cipparano e Marianna Perniola
Le Fondatrici del Mulino Perniola, già introdotte da Vincenzo Coppa, provengono da lavori completamente diversi da quella che è la loro attuale occupazione. In un’altra vita lavoravano in ambito manageriale internazionale, entrambe consumatrici di cibo bio di difficile reperimento. Decidono insieme di aprire a proprie spese un mulino, specializzato nella lavorazione di grani antichi i quali, come anticipato dalla dottoressa Tarsitano, sono equivalenti bio dei prodotti gluten free. ‘Etica’ diventa la parola chiave delle due giovani imprenditrici, riuscendo ad attuare una impresa potenzialmente difficile: riuscire a coltivare con metodi naturali un grano diverso da quello abitualmente commerciato, in completa onestà con i clienti, con i fornitori e con gli agricoltori. La coltivazione del Mulino Perniola conta oggi 5 grani antichi teneri, 3 grani duri e farro ‘monococco’.
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