La storia di Angelo: Salva la vita al padre e si laurea, “Informarsi e formarsi. Sempre”
“Non tutti gli eroi indossano una maschera” e, a questa citazione del Batman di Tim Burton aggiungeremmo, “alcuni hanno la corona d’alloro“. Parliamo della storia del neolaureato rutiglianese Angelo Cafagno che, come apprendiamo dalle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno (articolo di Gianni Capotorto), si è laureato il 22 luglio 2020 alla presenza di una persona molto speciale: il padre che qualche giorno prima, vittima di un infarto, è stato soccorso proprio da lui.
L’abbiamo contattato per farci raccontare qualche dettaglio in più sulla vicenda e su questa inconsueta seduta di laurea.

Cosa hai provato nell’assistere al malore di tuo padre? Dove hai trovato la spinta ad agire e come conoscevi le manovre di rianimazione?
Inizialmente ero nel panico più totale perché non mi sarei mai aspettato, come penso tutti noi, di trovarmi davanti a una situazione del genere. Nonostante questo, forse per istinto, forse per forza di cose, mi son ritrovato ad agire perché era l’unica cosa che avrei potuto fare se avessi voluto avere mio padre ancora accanto a me. In passato ho avuto l’opportunità di assistere a dimostrazioni di rianimazioni e praticarle, ma solo su manichini. Per questo, avevo una conoscenza esclusivamente teorica acquisita, fortunatamente con il liceo e gli scout, dove ho potuto approfondire le conoscenze a livello infermieristico.
Cosa è successo a tuo padre? Cosa hanno detto i medici?
Mio padre ha avuto un infarto causato da una forte ostruzione coronaria, che non si era mai manifestata prima.
Intanto ti stavi preparando all’imminente seduta di laurea?
Ero in procinto di prepararmi alla seduta. Quattro giorni dopo l’episodio avevo il mio ultimo esame che mi avrebbe permesso di accedere alla seduta. Nel frattempo, avrei dovuto ultimare le questioni burocratiche e consegnare la mia tesi.
In cosa ti sei laureato e che tesi hai discusso?
Mi sono laureato in Interpretariato e Traduzione, alias attuale Mediazione Linguistica con una tesi in Traduzione araba sull’evoluzione del linguaggio giornalistico arabo nell’ultimo secolo attraverso la traduzione e il confronto di due articoli giornalistici appartenenti a due epoche differenti.
Ti aspettavi la dimissione dall’ospedale proprio nel giorno della seduta? Cosa hai provato?
Sapevo che in quei giorni avrei avuto notizie concrete sulle sue dimissioni, ma non mi sarei mai aspettato che le coincidenze potessero essere così forti da poter permettere una cosa del genere. Quel giorno è stata una pura commistione di emozioni che di sicuro non provo quotidianamente. Avere già i miei cari accanto a me in un momento così importante è stato meraviglioso, ma ancor di più è stato condividerlo anche con mio padre.
C’è altro che vorresti che i lettori leggessero/sapessero?
Bisogna informarsi e formarsi. Sempre. Questo tipo di tematiche sono quasi sempre trattate in maniera subordinata ad eventi più importanti. Credo, anzi, sono convinto che ognuno di noi debba avere le competenze per intervenire in questi casi perché, fidatevi, come è successo a me, può capitare a chiunque altro e sarebbe giusto avere la possibilità di contribuire alla riuscita della cosa. Dei corsi di primo soccorso o affini sarebbero secondo me l’ideale per poter entrare nell’ottica che un aiuto, anche se piccolo, può salvare una vita.
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