L’impossibile Perdono: drammatico viaggio nell’adolescenza con Paola Volpe
L’IMPOSSIBILE PERDONO di Paola Volpe
“L’impossibile perdono” è la prima esperienza narrativa di Paola Volpe e rappresenta una sfida con se stessa.
La storia è raccontata dall’Io di Ann. Siamo a Lingua di Salina, 24 Giugno. L’alba di San Giovanni. Anna Maria, Ann come le piace farsi chiamare, ha 14 anni. Vuole vedere i fuochi per constatare se è vero l’effetto ottico di cui le parla Giovanni, l’aiutante del nonno.
L’estate andava in vacanza nella grande casa al mare del nonno, sul litorale sabbioso del Gargano dove viveva a contatto con la natura avendo un rapporto di chiusura con il mondo, annoiandosi con le sue coetanee essendo assetata di sapere.

I genitori di Ann sono dei grandi assenti nella sua vita e lei cresce con i suoi tre fratelli, ma è Edoardo, il più grande, che la porta sempre con sé, senza mai perdere la pazienza e senza mai annoiarsi di lei così piccola, con quel corpicino ben formato ed agile e così lei si ritrova a vivere delle esperienze stravaganti ed inusuali che in qualche modo deve superare, sfidando se stessa.
Vince, così, lo stato di abbandono che è molto frustrante per un bambino, indebolendolo e facendogli scaturire angosce e forti insicurezze che influiscono sulla sua crescita condizionandogli tutta la vita.
Sin dall’inizio accogli Ann con simpatia ed entri in empatia con lei; l’accompagni passo passo nella sua crescita e vorresti proteggerla da tutto il male che le piomba addosso.
Attraverso questa particolare e dinamica, piccola protagonista, l’autrice ci vuol far capire che le paure vanno considerate come segnali di difesa e che spesso nascono dai fantasmi della mente.
In un’analisi approfondita della psicologia dell’adolescente, Paola Volpe ci parla delle esperienze di Ann che non dimenticherà mai la bellezza e la libertà di cui si poteva godere in quel luogo. Il ricordo le darà sempre forza nei tempi buoi.
L’autrice fa l’analisi psicologica di una bimba che fa esperienza di “essere guardata”, di “essere toccata” da un adulto: lei non capisce, ma istintivamente ha paura e fugge; sa cogliere “gli odori” delle stranezze
che a volte girano nell’aria, ma senza ancora riuscire a decodificare quelle molecole che disturbano sgradevolmente il suo olfatto.
Ancora analizza, attraverso Ann ed i suoi fratelli, come i bambini e gli adolescenti reagiscono quando iniziano a scoprire il sesso e a prenderne coscienza.
Leggendo “L’impossibile perdono”, leggiamo la storia della psiche umana che si paralizza davanti agli eventi tragici come quelli che si trova a vivere Ann. Ma lei ha imparato a gestire le angosce e le paure, anche le più drammatiche: mette tutto in un angolino della sua mente, tutto ben riposto, non dimentica,
ma riesce, attraverso un’elaborazione accurata della sua mente, a non farsi sopraffare da quanto di orribile la vita le può far vivere.
Ann ama leggere, soprattutto i libri del fratello Edoardo ed ama la musica. A scuola, sia alle medie che al liceo, è bravissima.
Dorme poco Ann, ma quel poco le basta: è piena di energie ed invece di dormire legge e si sente appagata e proprio questo suo amore per la lettura la porta ad essere molto brava in tutte le materie: studia poco ma legge molto attentamente una sola volta perché si annoia a stare suoi libri di scuola.
Ha un’intelligenza vivace e veloce e questo le gioverà nella vita, come anche l’agilità e la velocità fisica.
Con questo siamo sollecitati dall’autrice, a mantenerci sempre in allenamento sia fisico che mentale per riuscire a cavarcela nella vita.
Non si sente né amata né accettata, Ann, soprattutto dalla madre che la colpevolizza per ogni nonnulla. E qui emerge l’analisi di una madre che ha vissuto, seppur nell’agiatezza, una vita di tormenti e di assenza di amore e che, di conseguenza, non ne sa dare ai suoi figli, o, meglio, da loro un amore sbagliato.
Quando a 14 anni Ann, per la prima volta, ha un contatto lieve, innocente, ma immensamente piacevole con Riccardo, il suo compagno di giochi, il primo contatto piacevole che la immobilizza senza spaventarla, la madre li sorprende, caccia via Riccardo e tratta la figlia da puttana e questo ci fa capire come chi cresce nei tormenti e con pensieri negativi, vede il male anche nell’innocenza.
Ma fiducia e coraggio sono le due qualità che Ann ha sempre avuto e che la sosterranno sempre.
La complessità del carattere della madre di Ann (cioè di tutti noi), va ricercata sin dalla sua infanzia quando viene schiacciata dalla morte del fratello che muore affogato al mare proprio nel tratto difronte alla casa estiva. Lei tenta di salvarlo rischiando di essere trascinata anche lei dalla corrente e viene salvata da un uomo. La nonna cade in depressione e presto si ammala e muore e la madre di Ann, ancora bambina, si porterà dentro, per tutta la vita, sia il trauma della morte del fratellino, di cui è vietato parlare e della quale non si libererà mai, sia il rimorso di non essere riuscita a salvarlo.
Il nonno, quell’uomo che dentro è morto due volte, adora ed apprezza Ann e lei sente tutto il suo affetto anche se non riesce a parlare con lui.
Ci troviamo, quindi, senza rendercene conto, ad affrontare l’analisi psicologica di madri “aride”, assenti, colpevolizzanti perché colpevolizzate ed ancora affrontiamo il rapporto tra nonni e nipoti: Il nonno rinasce con la nascita di Ann ed è sempre presente nella vita della sua adorata nipotina.
Un altro aspetto che ci troviamo a dover valutare, è come Ann amava moltissimo la madre e riusciva a perdonarle tutte le sue mancanze, anche se il loro rapporto non cambiava mai. Masochismo? No! È puro Amore filiale.
Ed ancora come certe esperienze drammatiche e negative che ci troviamo a vivere, le facciamo diventare dei tabù bloccandoci l’esistenza e castigando la vita di chi ci vive accanto.
La vita di Ann è piena di episodi spesso drammatici, ma lei riesce sempre in qualche modo ad uscirne rafforzata e più matura: questo è un altro messaggio che ci viene lanciato.
Vivere concentrati ad essere persone coerenti con se stesse, vivendo quei valori che si sentono profondamente.
Ma ciò che ci rapisce davvero, è la lotta estenuante con se stessa che Ann sostiene per arrivare al perdono.
La lotta di Ann è una lotta “senza quartiere”, è una lotta che lacera l’anima, che suona la musica più drammatica, come un “Miserere nobis”, è una lotta che sconvolge tutta la vita. Per tanto tempo Ann lotta per arrivare al perdono e si dilania l’anima in questa lotta, ma ci arriva e mi viene spontaneo riflettere che vorrei tanto avere la stessa forza di Ann… quel perdono, che sembrava impossibile, ha trovato la possibilità di essere perdonato.
Delitti così atroci sembrano impossibili da perdonare e solo chi riesce a superare se stesso e ad elevarsi tanto in alto come le note della più dolce delle melodie in quello straziante “Miserere nobis”, arriva a tanto.
Ho pianto leggendo la vita di Ann, ho gioito delle sue gioie, ho tremato e palpitato per lei e riso delle sue risate; ho gustato il suo puro Amore per la vita, per la cultura, per l’arte. Ho respirato la leggerezza dell’aria nell’amore che nutre per il marito e mi si è strappato il cuore quando è esploso il suo dramma.
“L’impossibile perdono” si fa leggere con un affetto enorme. Buona lettura a tutti!
Ginetta Saccavino
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