Parte l’App Immuni in Puglia: Cos’è, a cosa serve e perché è importante installarla
In download dal 1 giugno 2020, parte da oggi 3 giugno il progetto di sperimentazione dell’app “Immuni” in Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria. L’applicazione per il tracciamento dei contagi da Covid-19 ha riscosso durante la pandemia non poche polemiche ma l’assetto attuale di lancio dell’app del Ministero della Salute presenta caratteristiche differenti dal punto della privacy rispetto alle primissime indiscrezioni.
Proprio il tema privacy ha costituito uno degli argomenti principali dei detrattori del programma utile al tracciamento e dunque al contenimento dei contagi. Secondo le prime informazioni provvisorie, circolanti all’impazzata nei primi momenti in cui l’eventualità di utilizzare gli smartphone per il tracciamento dei contagiati, Immuni avrebbe potuto sfruttare dati sensibili dei cittadini italiani per poterne monitorare gli spostamenti e i contatti diretti, aspetto sicuramente utile ai fini del contenimento in pandemia ma che lasciavano qualche interrogativo etico anche nei più “esperti” in informatica e privacy policy (leggi sulla privacy, ndr).
Tuttavia la conformazione attuale dell’app sembrerebbe aver risolto la maggior parte dei dubbi riguardo l’utilizzo dei dati personali. Lo affermano anche alcuni commentatori nel Play Store Android; sezione che permette agli utilizzatori di fornire feedback e consigli sia ai nuovi utenti sia agli sviluppatori.

Foto di foggiareporter.it
App Immuni: Cos’è e a cosa serve
“Immuni è l’app di notifiche di esposizione del governo italiano, sviluppata dal Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.”
“Immuni è un’app creata per aiutarci a combattere le epidemie, a partire da quella del COVID-19:
- L’app si propone di avvertire gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici.
- Questi utenti possono poi isolarsi per evitare di contagiare altri. Questo minimizza la diffusione del virus e, allo stesso tempo, velocizza il ritorno a una vita normale per la maggior parte della popolazione.
- Venendo informati tempestivamente, gli utenti possono anche contattare il proprio medico di medicina generale prima e ridurre così il rischio di complicanze.”

Partendo da queste informazioni contenuti nelle FAQ (domande e risposte frequenti) fornite dagli sviluppatori, le intenzioni di Immuni paiono molto chiare. Semplificando, l’applicazione per smartphone garantirebbe (se tutti la scaricassero) un sevizio più accurato rispetto al compito che fin ora è toccato alle ASL, ovvero la ricostruzione dei contatti diretti di ciascun nuovo paziente affetto da Covid-19.
Questa tecnologia, logicamente, si dimostrerebbe più efficace a seconda del numero di utilizzatori in quanto un numero maggiore di utilizzatori permetterebbe una maggiore precisione nella statistica di contagi e una più efficace comunicazione in caso di contatti con nuovi positivi.
Come funziona?
L’app, una volta installata, associa al proprio dispositivo un codice alfanumerico casuale. Questo codice non fornisce alcuna informazione sui dati sensibili del proprietario dello smartphone, l’identità dell’utente è dunque anonima e il soggetto di questo procedimento diventa da ora in poi il codice casuale prodotto dall’app, non esattamente la persona fisica che la utilizza. L’app può essere scaricata solo sul dispositivo utilizzato (quindi non c’è possibilità di usarla su più piattaforme contemporaneamente) e, una volta attivata, emetterà un debole segnale Bluetooth (Bluetooth Low Energy) in grado di riconoscere i dispositivi, e dunque i codici casuali, di altri utenti a meno di un metro di distanza.
Per chi se lo stesse chiedendo: La tecnologia Bluetooth non è dannosa per l’organismo ed emette una potenza di molte volte inferiore al segnale Wi-Fi presente in ogni casa.
Quando un soggetto X risulta positivo al Covid-19 previo tampone, l’ASL sblocca il codice che, partendo dalla home page di Immuni, si trova in Impostazioni/ Gestione Dati / Caricamento Dati. Questa azione permette al sistema di generare un messaggio di allerta inviato a tutti i codici che sono entrati in contatto entro un metro con il nuovo positivo.

Il rispetto della Privacy
Come già spiegato, l’app Immuni non utilizza i dati sensibili dell’utente e, utilizzando la tecnologia Bluetooth anziché il GPS, è in grado di stabilire il contatto con un altro utente ma non la posizione e lo spostamento dell’utilizzatore. In ogni caso, sempre nelle FAQ, vi sono elencate le misure di tutela della privacy del cittadino:
- L’app non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire alla tua identità. Per esempio, non ti chiede e non è in grado di ottenere il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.
- L’app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo.
- Il codice Bluetooth Low Energy trasmesso dall’app è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né su di te. Inoltre, questo codice cambia svariate volte ogni ora, per tutelare ancora meglio la tua privacy.
- I dati salvati sul tuo smartphone sono cifrati.
- Le connessioni tra l’app e il server sono cifrate.
- Tutti i dati, siano essi salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020.
- È il Ministero della Salute il soggetto che raccoglie i tuoi dati. I dati verranno usati solo per contenere l’epidemia del COVID-19 o per la ricerca scientifica.
- I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.
Per ulteriori risposte, consigliamo di visitare la pagina di FAQ.

Gianluca Giugno Giornalista Pubblicista, classe ’93, rutiglianese e in continuo aggiornamento sul mondo della scrittura. Creatore e curatore del sito Frakasso.it.