Dalle 5W alle 5S, ecco il vostro Terrorismo Mediatico
I giornalisti sono tutti venduti, no? Prima eravamo pennivendoli, ora terroristi. Scrivono articoli solo su chi vogliono loro, fanno parlare chi vogliono loro. Se c’è il mio politico preferito (chiunque esso sia) non lo fanno parlare abbastanza e favoriscono sempre l’altro (chiunque esso sia, la regola è sempre valida), no?
Danno spazio ai professoroni e non parlano mai del dottore illustrissimo Tal de Tali che ha scoperto che dal virus si può guarire con una spremuta d’arancia e sparandosi l’aria calda del phon in bocca, no?
Che poi, caso strano, questi geni sono sempre quelli candidati al Nobel (non esistono le candidature al Nobel! Non sono gli Oscar, per la miseria!) o che, se lo hanno fatto, hanno presentato ricerche smentite categoricamente o pubblicate su riviste predatorie (quelle che pubblicano anche la lista della spesa se paghi abbastanza). Dico bene? Vi dirò di più! I giornali mainstream sono servi del “sistema”, sono pagati da Soros e da Bill Gates, e vogliono che il Popolo sia assoggettato dai Poteri Forti! Ci bombardano di informazioni false per far accrescere la nostra paura e renderci schiavi eccetera eccetera, giusto?
E invece no.
Pensando a questa cosa del “giornalismo terrorismo psicologico” mi è venuta in mente una lezione che mi fu data qualche anno fa e che resta sicuramente molto valida.
Lezione n°1: per scrivere un buon articolo bisogna rispondere alle “5 W”: Chi, Dove, Come, Quando, Perché.
Lezione n°2: Se vuoi che alla gente freghi qualcosa di ciò che scrivi, devi usare la regola delle “5 S”.
Cos’è questa regola delle “5 S”, si starà chiedendo il mio lettore. Sono Sangue, Salute, Sesso, Soldi, Sport. Li riconoscete? Sono gli argomenti che tirano di più. Tiravano un sacco nel 2011 quando mi fu insegnata questa regola e tira ancora oggi nel 2020.
Ora, scendendo nel particolare, la pandemia è tra gli eventi mediatici più grossi dell’inizio del nuovo millennio che, oltre ad essere iniziato da soli 20 anni, deve condividere il podio con l’11 settembre. La pandemia di Sars-CoV-2, anche sul tavolo della Storia Contemporanea, ha tutte le carte in regola per diventare il fenomeno caratterizzante di un’epoca, come lo fu la caduta dell’Impero Romano, l’industrializzazione e le due Guerre Mondiali.
Pensare che i mezzi di stampa non debbano parlare a lungo di questo argomento è assolutamente irrealistico e, per certi versi, controproducente.
Controproducente, sì, è la parola giusta. Lo è perché il giornalismo è quell’insieme in cui lavorano i giornalisti e lavorare vuol dire guadagnare soldi per sopravvivere (tralasciando chi nel leggere la parola ‘guadagno’ si sdegna). Una testata giornalistica, come un blog o una radio, è una azienda vera e propria. Offre lavoro a professionisti, deve vendere per poter sopravvivere, ha delle tasse, delle utenze da pagare e tutto il pacchetto al completo. Per questo motivo un giornale deve rispondere alle logiche del mercato e, indovinate un po’, qui torna in gioco la regola delle 5 S.
Non si tratta di una legge piombata dall’alto ma una evoluzione cucita addosso ai lettori: una semplicissima legge di mercato in cui la domanda detta la produzione. Il “terrorismo psicologico” in questione non è altro che ciò che il lettore vuole. Paradossale, vero?
Qui si inserisce un nuovo concetto molto indicativo dei nostri tempi: l’infodemia.
Infodemia è un neologismo formato da “informazione + epidemia” ed è la pandemia che ci ha investito prima del Covid, con un indice di contagio molto più alto del Coronavirus.
Il moltiplicarsi di mezzi di informazione che, in passato, venivano considerati non convenzionali (i social, insomma) hanno creato un vero e proprio tsunami nel flusso di informazioni che un essere umano medio può sopportare. Un buon rimedio sarebbe quello di fare una selezione dei contenuti se non fosse che il web è stracolmo di siti in cui vengono diffuse fake news create appositamente per assecondare le fantasie del lettore. Si tratta della tipica “profezia che si autoavvera”: uno è talmente convinto di una cosa che questa accade davvero o, in questo caso, che si possa trovare un articolo che racconta esattamente il nostro delirio e se questo contenuto non c’è, basta uno smartphone e crearlo.
Facciamo degli esempi? Tenete bene a mente le 5 S; di seguito scriverò il complotto più “in voga” del momento. Voi provate a individuare le varie S:
“Esiste un Nuovo Ordine Mondiale formato da ricchi potenti che decidono le sorti del mondo e puntano ad arricchirsi sempre di più. Questo Nuovo Ordine Mondiale rapisce bambini in tutto il mondo per nasconderli in bunker sotterranei per violentarli e, a seguito delle violenze, estrarre dal loro sangue una sostanza che mantiene questi malvagi in salute come una specie di elisir di lunga vita”.
L’infodemia non si può fermare. L’unica soluzione ridiede negli “anticorpi” di cui sono dotati i millenials e la Generazione Z, nati nell’era della digitalizzazione e provvisti degli strumenti critici (il più delle volte) per distinguere le informazioni e surfare sulla cresta dello tsunami.
Gianluca Giugno Giornalista Pubblicista, classe ’93, rutiglianese e in continuo aggiornamento sul mondo della scrittura. Creatore e curatore del sito Frakasso.it.