“Si chiama Vittoria…”: La Donna del ’68 raccontata da Assunta Gneo
SI CHIAMA VITTORIA…
di Assunta Gneo
La lettura di “Si chiama Vittoria…”, presentato in occasione della Fiera Nazionale del libro della Piccola e Media editoria “Più libri più liberi” che si è svolta a Roma nel Dicembre scorso presso la Nuvola dell’EUR, mi ha catapultata in quel periodo storico vissuto con tanta grinta da quella giovanissima ragazza che ero.
Erano gli anni della grande rivoluzione sociale, studentesca, industriale ed economica che in Italia esplose nell’ormai lontano 1968, allungandosi negli anni ’70 del secolo scorso, gli anni di piombo, periodo storico così ben descritto da Assunta Gneo.
Libro con tratti autobiografici, racconta di Lucrezia, che il 24 maggio 1969 – compiva sedici anni – si vede capovolgere la vita all’improvviso dopo aver vissuto un miracolo proprio il giorno del suo compleanno: era riuscita a dipingere un quadro completo, bellissimo. Quel giorno diventa un giorno tragico per lei e la sua famiglia, costretta a lasciare la casa dove abitava e trasferirsi a Roma dai nonni: per questa famiglia la
vita non sarà più la stessa.
Inizia così una nuova vita a Roma dove Lucrezia è costretta a lavorare, ma dove stringe anche nuove amicizie; diventa attivista dell’UDI (Unione Donne Italiane) acquisendo coscienza sociale e politica, iniziando a lottare per la sua emancipazione attraverso l’attivismo politico e le lotte civili per i diritti delle donne e a trovare la forza per raggiungere i propri obiettivi.
Vive in pieno il suo tempo indossando minigonna e stivali, ascoltando alla radio i Beatles ed andando a vedere al cinema i film del conte Dracula, combattendo le sue battaglie per il divorzio, l’aborto ed il femminismo.
Così Lucrezia cresce, piena di vitalità ed appassionata come solo a sedici anni si può essere, si innamora e diventa madre e la sua vita cambia nuovamente e quell’amore si perde in una Roma di quegli anni sullo sfondo delle lotte del movimento femminista, contro la discriminazione di classe e per l’approvazione della legge sul divorzio e sull’aborto.
Oltre al preciso racconto dell’evoluzione sociopolitica di quegli anni, attraverso il racconto della vita di Lucrezia, Assunta Gneo affronta il delicato tema di essere ragazza madre a quei tempi e non solo; affronta il tema di come il rapporto di coppia diventa tragico quando l’uomo è violento e “padrone”, ma anche il tema dell’amore che lega nonostante tutto, quell’amore che non vuole morire anche se la vita e scelte sbagliate separano e, di conseguenza, il tema di come la vita penalizza quando si affronta un matrimonio riparatore, senza amore, anzi, continuando ad amare chi non c’è.
Direi un romanzo tutto al femminile dove la protagonista è la famiglia.
Un romanzo che cattura e coinvolge, soprattutto se hai vissuto attivamente in quegli anni, in una lettura scorrevole ed interessante.
Lucrezia imporrà il nome Vittoria a sua figlia perché è un nome che suggella gli obiettivi raggiunti da questa giovane donna che sta maturando necessariamente in fretta, ma che ha il coraggio di difendere la propria vita e lottare per le proprie scelte: è la sfida di una donna che raggiunge la Vittoria con forza e coraggio riuscendo ad uscire da situazioni difficili senza mai abbattersi e credendo sempre nei propri sogni nonostante la sua vita di donna forte le fa cercare la strada anche per vie traverse, andando fuori degli schemi che si era tracciata.

E’ un romanzo che parla al nostro cuore narrando una storia d’amore e di vita, narrando della famiglia e dell’emancipazione di una donna e di tutte le donne, rapendoci, appassionandoci e trasmettendoci la speranza che un amore, quando è vero, è anche forte e sa vincere lo spazio ed il tempo, gli eventi e la vita stessa.
Ginetta Saccavino
Frakasso Blog – News Blog di Rutigliano