“Sono Persone… siamo la loro unica speranza”: il messaggio di Enrico Dalfino oggi in tutto il mondo
“Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”
Enrico Dalfino, Sindaco di Bari (1990-1991)
L’8 agosto ricorre il 28°anniversario dello sbarco della nave Vlora a Bari. L’amministrazione comunale del capoluogo pugliese ricorda questo avvenimento con la mostra “On Board”, allestita nel teatro Margherita a cura del festival internazionale di fotografia PhEST.
L’evento commemorativo ripercorrerà la vicenda storica attraverso una performance a cura dell’artista Jasmine Pignatelli.
“A rievocare quell’evento drammatico,”-si legge nella nota sul sito istituzionale del Comune di Bari- “che ha segnato l’irrompere dell’emergenza migratoria nell’agenda politica italiana, saranno il sindaco di Bari Antonio Decaro, l’assessora alle culture Ines Pierucci, i familiari di Enrico Dalfino e altri protagonisti di quelle giornate, tra gli altri Paolo Nitti, Gianni Di Cagno, Mimmo Magistro, Lucio Marengo, Peppino Calabrese, Luca Turi“.
Il messaggio dell’allora Sindaco di Bari, Enrico Dalfino, citato precedentemente, verrà trasmesso durante la giornata dell’8 agosto in codice morse per tutta l’ampiezza del globo da Stefano Straziota, in collaborazione con A.R.I. – Associazione Radioamatori Italiani Sezione di Bari.

Cosa successe nell’agosto 1991
Il 7 agosto 1991, il mercantile chiamato “Vlora” (nome albanese per Valona), attraccò nel porto di Durazzo. Qui venne preso d’assalto da quasi 20mila persone. Questo costrinse il capitano del mercantile a far rotta verso l’Italia, come richiesto dalla folla albanese.
I migranti albanesi: da cosa scappavano?
Il fenomeno migratorio albanese può essere ricondotto alla caduta del regime comunista dell’allora Repubblica Popolare Socialista Albanese, contesto che vide il dittatore comunista Enver Hoxha stringere la nazione albanese per 40 anni con il suo pugno duro di repressione politica che portò a migliaia di esecuzioni sul cui numero effettivo persistono ancora interrogativi.

Nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, in Albania sorgono le prime proteste: la prima a Scutari, le successive si svilupparono nel resto nella nazione. Queste rivolte fecero guadagnare alla popolazione il diritto di viaggiare all’estero, negato a chiunque prima di quel momento.
La definitiva caduta del comunismo in Albania arriverà il 9 febbraio 1991.
L’inizio della migrazione e la Vlora
A partire dal 9 febbraio 1991, circa 100mila albanesi si riversarono nel Porto di Durazzo cercando la fuga dalla nazione in decadenza.
Il 7 marzo 1991 l’Italia può osservare il primo grande fenomeno migratorio della sua storia (valutando le proporzioni dell’evento). Si attestano circa 27mila albanesi in arrivo verso il porto di Brindisi, il secondo sbarco verrà reindirizzato da Brindisi a Bari: è la Vlora con circa 20mila esseri umani.

La deviazione: da Brindisi a Bari
Originariamente la Vlora sarebbe dovuta attraccare nel porto di Brindisi ma, il viceprefetto Bruno Pezzuto, rendendosi conto della proporzione del carico umano, spinse il comandante della Vlora a raggiungere Bari. Il tragitto per il mercantile albanese sarebbe durato -secondo i calcoli di Pezzuto- 7 ore circa: il tempo necessario per allertare le autorità baresi dell’arrivo e preparare manovre di soccorso.
Nel frattempo a Bari, l’allora Sindaco Enrico Dalfino si prepara allo sbarco. Racconterà in seguito la vicenda sua moglie:
«Andò subito al porto, prima ancora che la Vlora sbarcasse. A Bari non c’era nessuno del mondo istituzionale, erano tutti in vacanza, il prefetto, il comandante della polizia municipale, persino il vescovo era fuori. Quando uscì di casa però non immaginava quello a cui stava andando incontro. Dopo qualche ora mi telefonò dicendomi che c’era una marea di disperati, assetati, disidratati, e aveva una voce così commossa che non riusciva a terminare le frasi. Non dimenticherò mai l’espressione che aveva quando tornò a casa, alle 3 del mattino dopo. “Sono persone” – ripeteva – “persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro ultima speranza”.»
fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 4 agosto 2011, L’arrivo della Vlora nel ’91 «Il mio Enrico, il sindaco che disse no al lager»

Forzato il blocco portuale: i profughi in Stadio della Vittoria
L’emergenza risultò quindi di difficile gestione. Il comandante Halim Milaqi, fu costretto a forzare il blocco portuale comunicando a terra la presenza di diversi feriti gravi e l’impossibilità di tornare in patria. La Vlora fu fatta attraccare al Molo Carboni, in periferia, mentre molti profughi si gettarono in mare per raggiungere terra a nuoto.

Per fronteggiare l’emergenza, i profughi furono in seguito raccolti presso lo Stadio della Vittoria (solo gli uomini) mentre l’allora Presidente della Repubblica Cossiga indicò pubblicamente il Sindaco Dalfino come un ‘cretino’. Questo il commento della moglie Anna, sempre per La Gazzetta del Mezzogiorno:
«Mio marito non accettava che lo stadio della Vittoria, dove furono stipati gli uomini albanesi (perché per fortuna le donne e i bambini lui era riuscito a sistemarli in centri di accoglienza), fosse trasformato in un lager. Le parole di Cossiga lo ferirono profondamente. Eravamo insieme quando le sentì per la prima volta al tg. Diventò paonazzo e gli si gonfiò la vena che aveva sulla tempia, ma non polemizzò, non era nel suo stile. Proprio dalle pagine della “Gazzetta” decise di rispondere a Cossiga. “Quando saprò di cosa devo chiedere scusa, se questo mio comportamento sarà riprovevole sul piano etico e sul piano giuridico, certamente chiederò scusa” – disse»
fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 4 agosto 2011, L’arrivo della Vlora nel ’91 «Il mio Enrico, il sindaco che disse no al lager»
Il 10 agosto don Tonino Bello, allora Vescovo della Diocesi di Molfetta, criticò le condizioni disumane dello Stadio della Vittoria denunciando su “Avvenire” l’assenza del Ministro dell’Interno e della Protezione Civile.
Gianluca Giugno Giornalista Pubblicista, classe ’93, rutiglianese e in continuo aggiornamento sul mondo della scrittura. Creatore e curatore del sito Frakasso.it.