Tutti insieme per svelare il mistero di Purgatorio: Via all’Archeologia Partecipata a Rutigliano
Una nuova frontiera dell’archeologia è stata inaugurata a Rutigliano nel pomeriggio del 26 giugno 2020.
Si tratta di una “riunione a porte chiuse” in cui l’Amministrazione Comunale nelle persone dell’Assessore alla Cultura Viriana Redavid e il Vice-Sindaco Domenico Gigante, accompagnati dal relatore, il giovane archeologo nojano Federico Vavalle, hanno gettato le basi per quella che è stata chiamata Archeologia Partecipata.

Il metodo di indagine, promosso per la prima volta dalla professoressa Alexandra Chavarria Arnau presso l’Università di Padova, prevede il coinvolgimento degli elementi che costituiscono il tessuto della società locale in soccorso agli archeologi che nel prossimo ottobre-novembre 2020 indagheranno un punto di interesse storico cruciale per il territorio rutiglianese: Sant’Apollinare (e zona Purgatorio). Quindi associazioni, commercianti, figuli, testimonianze degli anziani, agricoltori concorreranno nel creare un bacino di testimonianze e racconti utili a far luce sulla storia della misteriosa zona nella quale sono state ritrovate nei decenni passati circa 400 tombe (e quasi certamente ne nasconde molte altre).
Purgatorio è stata, notoriamente, una necropoli ma, qui l’interrogativo. Accanto ad una necropoli doveva certamente esserci una zona abitata. Questo l’ambizioso obiettivo dell’archeologo Vavalle: scoprire l’esistenza di questo “paese fantasma” forse nascosto dai teli della piantagione di uva da tavola. Per questo l’indagine partirà da zona Annunziata – San Martino e dal ritrovamento di testimonianze di insediamenti del VI sec, cercando tracce di vita cronologicamente precedente fino a terminare in zona Bigetti cercando il nesso con la vicina Lama Giotta.

L’ispezione della zona Purgatorio è nell’obiettivo della Scuola di Specializzazione di Archeologia dell’Università di Bari da molto (un anno fa l’evento Uniba Racconta… Purgatorio). L’area è interessata da un cospicuo finanziamento targato GAL per la creazione di infrastrutture nel sito di Sant’Apollinare.
Non solo “roba per accademici” ma l’opportunità di una vera e propria immersione nella riqualificazione e nella scoperta della storia del sito rutiglianese. Accanto al lavoro degli archeologici, l’Archeologia Partecipata prevede laboratori, il coinvolgimento di associazioni locali, commercianti, figuli e ceramisti, mostre d’arte e fotografiche nelle quali il semivuoto Museo Archeologico Grazia e Pietro Didonna sarà la base operativa.
“Commossa dalla partenza di questo progetto per l’interesse di Rutigliano agli occhi delle realtà accademiche. Ancora di più dal fatto che si tratta di un progetto che prevede la partecipazione di tutta la comunità”. Queste sono state le parole dell’Assessore alla Cultura Viriana Redavid dopo l’esaustiva presentazione preliminare dell’Archeologo Federico Vavalle.
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